Il centro del labirinto! L’aria è densa di umidità e c’é un nauseante odore di ferro. Il suolo gocciola condensa nera e le pareti sono costellate di tubi intrecciati che pulsano come vene artificiali. Alcuni corridoi sono troppo bassi e stretti, e a volte devo sgusciare tra pareti che sembrano sottili membrane che si tendono al mio passaggio. Ho provato a lasciare dei segni per orientarmi, ma spariscono quasi subito, come se la struttura riassorbisse ogni traccia di esistenza.
Ogni tanto scorgo una luce tremolante in fondo a un cunicolo, ma quando mi avvicino si spegne, lasciandomi nella solita penombra. Nessun allarme, nessuna guardia. Solo un ronzio costante, simile a un respiro meccanico, e quella sensazione insistente di non dover essere qui. Sento l’adrenalina correre sotto la pelle, il sudore colarmi lungo la schiena, ma non posso fermarmi: devo trovare un varco, un’apertura, qualcosa che mi riporti al mondo di fuori.