Devo confessare di essere un ossessivo-compulsivo pigro. Non nel senso che passo le giornate sul divano a guardare serie TV (I do), ma nel senso che quando posso automatizzare qualcosa, lo faccio. E quando si tratta di creare labirinti per i miei progetti, ho trovato un workflow che mi dà soddisfazioni senza annoiarmi.
1. La Bozza Iniziale
Primo passo: faccio generare un labirinto da uno script. Esistono algoritmi già pronti per questo: recursive backtracking, Prim, eccetera. L’importante è ottenere una buona struttura, linee nere su sfondo trasparente, con entrata, uscita e tutti i bivi che servono.
La parte bella? Posso controllare tutto con poche variabili: tipologia di labirinto, forma della mappa, larghezza dei corridoi, spessore dei muri e numero di vicoli ciechi.
2. Krita e il tocco umano
Carico il labirinto in Krita e con la tavoletta grafica lo ripasso a mano con un pennello dinamico, oppure applico effetti per aumentare la profondità. A volte inclino il labirinto di qualche grado o lo deformo. Tutto questo serve a dargli un look meno digitale.
I software generano strutture perfette. Ma perfetto = finto. Se voglio che sembri scolpito nella pietra o intrecciato in una foresta, serve un minimo di caos umano.
3. Rumore creativo
Dietro al labirinto piazzo uno sfondo casuale. Spesso uso rumore puro. Se ho in mente una struttura, la abbozzo.
Questo passaggio sembra inutile, ma è cruciale: l’IA ha bisogno di appigli per creare qualcosa di visivamente ricco. Quel caos che a noi sembra insensato, per lei è una miniera d’oro.
4. ForgeUI e la magia del tema
Qui parte la magia. Passo il tutto a ForgeUI con prompt, LoRA e ipadapter allineati su un tema preciso.
Esempi?
Fantasy: ancient stone corridors, moss-covered walls, flickering torchlight
Deserto alieno: crystalline formations, red sand dunes, alien architecture
Foresta incantata: twisted roots, glowing mushrooms, ethereal mist
Il bello è che il labirinto resta quasi intatto, mentre lo sfondo esplode in dettagli coerenti con il tema. Alcune aree del percorso vengono perfino invase in modo artistico. Ed è lì che succede l’incantesimo della fusione tra i corridoi e il resto del mondo.
5. Dettagli e risoluzione
Per ottenere dettagli seri, serve risoluzione.
Se tra due muri ci sono solo 20 pixel, l’IA non ha lo spazio per inventare nulla. A 1000+ pixel, invece, può lavorare alla sua vera capacità.
Io genero a 12000x12000 px (sì, a blocchi, se no la GPU mi denuncia).
6. Ritocchi e inpaint
Alla fine, uso qualche inpaint e qualche pennellata per correggere i punti creativi dove labirinto e ambiente di scontrano. Il risultato è un labirinto unico, ricco di dettagli, pronto per diventare molto più di un puzzle.
Bonus: dare un’anima al labirinto
Un labirinto senza storia è solo un rompicapo con dei bei disegnini.
Invece...
Il Tempio di Aethros, costruito 30.000 anni fa, custodisce un messaggio per chi osa raggiungere il centro illuminato solo da un unico raggio di sole.
Oppure:
Un labirinto di cristallo è in realtà un circuito neurale, dove ogni bivio è una decisione. Chi arriva al centro sveglia la coscienza dormiente del pianeta.
Con una lore ricca, ogni elemento visivo diventa narrazione. Non si cerca solo l’uscita: si esplora.
Perché funziona così bene?
Perché ogni parte fa il suo mestiere:
Lo script genera la struttura logica
Krita et moi aggiungiamo il tocco umano
ForgeUI trasforma il tutto in un sogno. A volte in un incubo.
Non è solo IA. È collaborazione. E il risultato è vivo.